Bologna. Come a casa.
Esistono alcune città in cui ci sentiamo più a nostro agio di altre: sono quelle in cui abbiamo qualcuno, un parente, un amico. In qualche modo sanno sempre un po’ di casa, sono sempre familiari anche se le visitiamo poco. Sappiamo che lì ci aspetta un divano-letto o un lettino da condividere, qualcosa di caldo in inverno e di fresco in estate. Bologna è questo per me.
È la città che è un po’ casa perché da anni ci vivono degli zii e mi accoglie come se fossi una di famiglia. Piazza Maggiore mi abbraccia, i miei vicoletti preferiti mi sorridono, i porticati giocano a farmi ombra e a ripararmi dalla pioggia.
Bologna è una città che ti dice “con me puoi camminare sempre, io ti accompagno e ti riparo dal sole e dal vento, dalla pioggia e dalla neve”.
Bologna è una città di biciclette. Mi ritrovo a guardare affascinata e invidiosa chi qui va ovunque su quelle due ruote. Io, che non ne sono affatto capace, se fossi nata qui avrei avuto una bici di un color pastello, con un grande cestino per portarci la spesa e i libri.
Bologna è una città da percorrere col naso all’insù, per guardare le insegne dei negozi, le più belle che potrete mai trovare. Chi apre un negozio qui non cambierebbe mai la vecchia insegna. E così ci si ritrova ad entrare in un farmacia che è un negozio di abbigliamento, in un “vendo vini” che è una libreria. Capita anche che dove ci sia scritto erboristeria, ci sia davvero un’erboristeria. Ma state pur certi che l’insegna che ve lo indica è ben più antica.
Bologna è una città che anche se si fotografa in bianco e nero, è rossa. E’ facile colorarla di rosso con l’immaginazione. Il rosso va lì: a grosse pennellate sui tetti, uniforme sui muri delle case. Di passione come chi ci vive e la ama.
Bologna è una città dove non ti perdi. Aveva ragione Lucio, nemmeno i bambini possono.
Bologna è una città dove anche la pavimentazione è un favoloso dettaglio, quella di Piazza Santo Stefano è senza alcun dubbio la mia preferita e la preferita di tutti.
Bologna è una città dagli angoli nascosti: una serranda colorata che sembra fatta proprio per me. Una finestra che sbircia su un canale e che i più curiosi cercano andando avanti e indietro per via Piella. Una panchina.
La luce di un lampione. I tetti. Quei caratteristici tetti, tra cui non si fa fatica ad immaginare un posto da chiamare casa.
Forse non c’è bisogno di avere qualcuno che viva lì per provare questa sensazione: Bologna fa a tutti questo effetto.
Ci accoglie come una zia che non abbiamo mai visto ma che ci vuole bene lo stesso.