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6 mosse per traslocare: i consigli di chi ce l’ha fatta

trasloco milano“Quando dovrete cambiare casa non so come farete con tutte le cose che hai”, un tormentone degli amici che si è ripetuto innumerevoli volte ogni volta di fronte agli scaffali traboccanti di libri e souvenir, di fronte ai mobili stracolmi di scarpe e all’armadio che stava per scoppiare.

Eppure è successo: ho dovuto cambiare casa e grazie ad un po’ di organizzazione e buona volontà ci sono riuscita senza danni e con poche lacrime (di nostalgia).

Il tempo

La regola fondamentale è non ridursi all’ultimo minuto. Organizzarsi per tempo è un modo per non stancarsi inutilmente e soprattutto per godersi il lato “rilassante” della faccenda. Se, come me, siete delle disordinate croniche ma che amano mettere in ordine, l’ideale è partire anche due settimane prima e dedicare un paio d’ore al giorno ad un angolo della casa da iniziare a “inscatolare”. Questo ci permette anche di organizzarci al meglio con il lavoro e altri impegni.

Il mezzo

Un piccolo bilocale di 45 mq può contenere un milione di cose. Un auto era fuori discussione, una ditta dei traslochi era troppo. La soluzione ideale è stata un noleggio di due giorni (per fare le cose con calma) con il carsharing Ubeeqo che ha nella sua flotta, oltre alle auto, anche furgoncini e furgoni; è comodissimo da prenotare tramite app e soprattutto lo si può fare in anticipo, vedendo già il costo finale del noleggio. È disponibile in tutta la città di Milano, la benzina è sempre inclusa e il parcheggio gratuito e consentito su strisce blu, gialle e in Area C. Con la tariffa Easy 50 km sono inclusi e sono stati più che sufficienti per i numerosi viaggi tra casa vecchia e casa nuova.

Il decluttering

Sono la persona meno adatta per affrontare questo suggerimento, ma è successo anche a me: ho dovuto buttare delle cose. Dall’armadio e dalla scarpiera ho utilizzato la tecnica del “l’ho indossato negli ultimi 12 mesi?”. Se la risposta era no, dritto nel cestino. Ho gettato via molti riassunti, appunti e dispense dell’università (su, a cosa dovrebbero più servirci?). Ho riempito bustone di carta con le cartelle stampa, i comunicati e i depliant raccolti in questi anni (anche per loro, come per le cose dell’università… passata la stagione non li useremo mai più). Ho gettato pentole vecchie conservate “come scorta”, tante di quelle cose inutili d cui ho detto “potrebbe servirmi” e invece non sapevo nemmeno più di avere. La strada per una vita e una casa libera da oggetti inutili è ancora lunga, ma devo ammettere che riempire tante buste di cose da gettar via, prima del trasloco, è stato molto soddisfacente.

L’agenda

Ho un’agenda praticamente per tutto, quindi mi sembra ovvio che ne abbia avuta una anche per organizzare il trasloco. Ho segnato tutte le cose da fare, quando avrei dovuto farle, chi avrei dovuto eventualmente chiamare per farmi dare una mano. Era divisa in “casa vecchia” e “casa nuova”. Nella prima le utenze da disdire, le cose da buttare, i servizi come “dire alla portinaia di conservarmi eventuali pacchi che arriveranno”… Nella seconda le cose da acquistare (quelle che già sapevo non erano presenti es. cesto della biancheria, tenda doccia..), le informazioni per entrare nel nuovo appartamento e tutto il resto.

L’imballaggio

Non ho acquistato carta da imballaggio, né scatoloni, ma mi sono fatta furba. Per imballare le cose delicate ho utilizzato le carte delle tante riviste destinate all’immondizia, negli strofinacci per la cucina e anche nei calzini. Abbiamo ricicliato (idea di lui) il borsone di una tastiera per trasportare tipo trenta paia di scarpe. Ho fatto tante matriosche: le borse nelle borse, le tazze nelle pentole e via così fino ad impiegare il meno spazio possibile. Sulle scatole ho scritto il contenuto, in modo da recuperare le cose di prima necessità nei primi giorni di “disimballaggio” e di dividere gli scatoloni nelle rispettive stampe per mettere in ordine nella casa nuova.

La casa nuova

Ciò che non avevo considerato prima del trasloco, presa dal dover portar via le cose dalla casa vecchia, è stata la difficoltà di sistemare  casa nuova. Il consiglio che mi sento di dare è di lasciarsi il tempo che serve. I primi giorni non mi sono sentita molto a mio agio, tra scatoloni, posando gli abiti in mobili che non sentivo miei, non ricordando dove avevo messo i piatti e le cose di uso quotidiano. Giorno per giorno però la casa sta prendendo forma e vita. Dedico un’ora ogni volta che posso a sistemare un angolo, uno scaffale o un cassetto per rendere nuove le dolci vecchie abitudini.

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