Firenze, la città che avevo visitato in un sogno
Andare a Firenze è stato come passeggiare per i miei libri del liceo, per i mattoni dell’esame universitario di storia dell’arte. Scoprirla è stato come immaginarmi compagna di scuola dei miei genitori, ma persino dei miei nonni. In quella città che chi è italiano deve aver visitato per forza una volta nella vita, deve averci fatto una gita agli Uffizi, una visita ad un parente, un weekend romantico da ragazzi.
Io per tanti anni ho annoverato Firenze tra i posti che secondo me, e ne ero sicura, sono tra i più belli al mondo. La realtà è che non ci ero mai stata. A 24 anni l’ho vista per la prima volta, in un’emozione ed uno stato tra la favola ed il surreale. L’ho conosciuta e l’ho amata come un vecchio parente di cui ho sempre sentito parlare.
Mi sembrava di conoscerla già, di averla conosciuta in un sogno. Possibile che è ancora più bella di come la immaginavo?
Il marmo di Santa Maria del Fiore da cui non riesci a staccare gli occhi, le opere nascoste nelle chiese, i ponti, i gioiellieri sul Ponte Vecchio, la piazzetta di Santo Spirito, la vista da piazzale Michelangelo, i capolavori degli Uffizi e potrei stare ore e ore ad elencare le cose che mi hanno meravigliata.
Ho vissuto tre giorni, solo tre, ma per fortuna la città è piccina e si riesce a coglierne lo spirito appena ci si mette piede. Ho vissuto tre giorni, dicevo, con l’emozione di essere immersa nella storia dell’arte italiana.
Vorrei che Firenze fosse una tradizione, potrebbe già diventarlo per me, dopo una sola visita: andare a Firenze ogni inizio dicembre, una cosa così. Penso che l’attesa di vedere questa città una volta ogni anno, possa farmi fare dei sogni stupendi, possa rendermi felice solo per l’immaginare di camminare ancora per quelle strade.
Mi capita spesso, ed è davvero frustante, di non riuscire a raccontare al meglio le cose di cui mi sono realmente innamorata. Frustante, sì, ma forse normale come sensazione: i sentimenti non sappiamo spiegarli e davanti alle cose belle restiamo senza parole.
Voi ci siete stati? Allora potrete capirmi.
