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Milano Vintage Week: la domenica perfetta

milano_vintage_week_8Vorrei avere tutte le domeniche una cosa così bella. La domenica è, molto banalmente, il giorno della settimana preferito da tutti, a meno che non siate di quelle persone che non se lo godono perchè pensano già al lunedì. Questa cosa forse è “moderna”… ma come avrete notato, io sono più vintage e quindi la domenica la amo. Così come ho amato trascorrerla alla Milano Vintage Week, ultimo giorno di una kermesse che mi ha entusiasmata ed appassionata. Un’esperienza che ho sentito mia da quando l’ho scoperta, io che amo gli eventi, le cose d’altri tempi, le cose fatte bene, curate nei dettagli e con amore.

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L’atmosfera di questo ultimo giorno è stata probabilmente la più piacevole, tutto era al posto giusto senza fare sforzi, tipico di quelle cose organizzate con così tanta attenzione che non c’è bisogno di affannarsi perchè funzionino. Vanno bene perchè i sentimenti e le passioni da cui nascono sono sincere così come  le persone che le costruiscono.

Uno degli incontri che ho particolarmente apprezzato in quest’ultima giornata è stato quello con Cristiana Crisafi, una giovane ma esperta narratrice del vintage che, con un tubino con manica lunga,rosso e da lei reinventato, ci ha conquistati presentando il suo libro “Vintage! – Caccia al tesoro nel cassetto della nonna”. Ho ritrovato nelle sue parole tanti punti d’incontro con quello che è anche il mio amore per la moda retrò: ha iniziato grazie ad una nonna elegante e ricercata che le ha regalato per i suoi 18 anni tre cose a scelta dal proprio armadio… qualcosa di simile è successo a me che dopo anni ad ammirare il guardaroba di mia madre che custodiva pezzi firmati di quando aveva la mia età, mi sono decisa ad indossarli e a sentirli più miei dei capi che compro personalmente. Indossare abiti vintage significa indossare storie e viene naturale iniziare dalle storie della propria famiglia, negli armadi della propria casa, come ci ha raccontato Cristiana.

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Il suo libro è perfetto per chi voglia approcciarsi a questo mondo meraviglioso e non sa come fare: si inizia dalle dieci regole. Quella che preferisco è “non mascherarsi” : bisogna vestirsi vintage con naturalezza, portare i capi mixandoli a quelli contemporanei, senza esagerare o indossare cose con cui non ci sentiamo a nostro agio. Cristiana col suo sguardo sveglio, il suo sorriso e la sua passione ce lo insegna benissimo.

Aura Nobolo ci ha parlato di pacchetti in vista delle feste natalizie. Li ha preparati con dettagli semplici ma allo stesso tempo originali, che sanno speciale un regalo. Carta velina e nastri in stoffa sono i materiali per una confezione più delicata e raffinata, ma coloratissima e festosa. L’idea in più: origami per scrivere il nome e gli auguri, perfetti anche come passatempo. Cosa regalare poi? Si è parlato del riscoprire i regali semplici di un tempo, come un prodotto gastronomico, tipico di un luogo, particolare o ricercato.

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Chi mi ha fatto emozionare però è stato Giovanni Celsi, un grande lettore, come lui ci ha spiegato, che ha iniziato a scrivere anche le proprie storie. Ci ha raccontato come si costruisce una narrazione corale, quella del suo libro, La sincerità tipica dei falsi testimoni . Mi ha fatto venir voglia di correre in libreria e comprare centinaia di libri, di carta naturalmente, perchè nessuno in un contesto simile avrebbe desiderato leggere da uno schermo. I libri, oggetti che rendono una casa una vera casa, che si portano in vacanza, che ci rappresentano. Da regalare a Natale io direi, proprio quello di Giovanni, che non conoscevo ma che mi ha colpito: da una persona così non posso che aspettarmi una storia emozionante.

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Dedicherò presto dei post ai negozi e ai brand presenti di cui voglio raccontare di più. Quelli che potrei definire i miei preferiti o, semplicemente, quelli che mi hanno stupito.

Un’eccezione naturalmente devo farla per A.n.g.e.l.o., di cui non posso che parlare in questo post dedicato all’ultimo giorno, quando mi sono resa conto di aver trascorso metà del tempo nella sua ricchissima selezione. Avete presente il modo di dire “passerei ore a…” ecco, per me non è un modo di dire: ho realmente impiegato ore per vedere tutto quello che c’era in vendita, per tutti i gusti, tutti i periodi, le firme e anche per tutte le tasche. Dall’angolo Chanel, al centro dell’esposizione, ai cappelli da cercare in giro come in una caccia al tesoro, alle tantissime borse e valigie, agli occhiali ricercatissimi, all’angolo da uomo (il più fornito in assoluto!) con un assortimento di giacche e parka militari e giubbini di jeans infinito.

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Da segnalare la collezione Vintage Recycled di borse, camicie e capispalla realizzata con materiale riciclato, militare e non solo. Un occhio al riciclo, uno allo stile. Il vintage reinventato più che mai, valorizzando materiali nella realizzazione di pezzi unici. Io ho già messo la micro pochette nella mia wish list.

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cappello da Telma Vintage: fidatevi, cercatela e seguitela per mercati e mercatini. Preziosissima fonte di qualità.
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anche gli occhiali sono di Telma!

In questo evento lascio il cuore per venire, spero, a riprenderlo nelle prossime edizioni. Una persona speciale ieri sera mi ha detto “Milano è bella perchè si creano delle connessioni”: io mi sono sentita subito connessa alla Milano Vintage Week e, senza ancora conoscerla, in tram, mentre la raggiungevo il primo giorno, ho pensato che mi avrebbe aiutata a trovare le cose che amo in questa città, qualche persona, qualche negozio e ovviamente qualche cappello e una giacca – cappottino Max Mara, primo acquisto importante nella mia nuova città. Poi la stessa persona mi ha salutata dicendomi “benvenuta a Milano”. Non poteva pronunciare parole migliori: se avete letto il mio resoconto sul primo mese a Milano, saprete che, in un certo senso, sentivo che la città dovesse ancora dimostrarmi qualcosa e la Vintage Week è stato il modo in cui, finalmente, mi ha accolta ed ha iniziato ad affezionarsi a me.

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