La Milano Vintage Week è iniziata
Avrei potuto chiamare questo post Milano Vintage Week – day 1… come fanno le fashion Blogger con la settimana della moda. Ma io non sono una fashion blogger, sono solo una ragazza con un blog. E soprattutto questa non è la settimana della moda ma la Milano Vintage Week, tre giorni per ammirare, conoscere e comprare il vintage di qualità.
Alla settimana della moda c’è la gara a chi propone la collezione più nuova; gli stilisti devono sperare che la loro linea piaccia così da poter vendere; si spera di vedere qualcosa di bello ma effettivamente potremmo rimanere delusi.
Il vintage è diverso. È qualcosa che è già piaciuto alla stampa, è già stato acquistato, è stato scelto e indossato (ma non sempre!) . È già bello.Un abito vintage è già il più nuovo ed innovativo. È già storia.
Alla Milano Vintage Week tra le meraviglie degli espositori presenti, tra giacche Chanel e cappotti sartoriali, tra cappelli Borsalino e bombette senza firma ma artigianali, tra abiti da sposa, bijoux e pochette… si impara che niente è più nuovo delle cose belle.
Nulla più attuale della qualità.
Che non c’è niente di più originale del reinventare qualcosa dal sapore d’altri tempi.
Se siete dei nostalgici navigati andrete dritti su cappotti, abiti, pantaloni… pezzi importanti con cui bisogna vedersi e sentirsi a proprio agio, non con la sensazione di essere vestiti per una festa a tema, tipica, ahimè, della prima volta che si indossa qualcosa di non contemporaneo. Ammetto che è così che ci si sente se non si è abituati, così che mi sono sentita anch’io.
Dopo aver giocato un po’ nell’armadio della mamma, però, ho inziato a vedere me stessa in quegli abiti.
Ci vedo me che oggi reinterpreto un pezzo di ieri, che lo accosto a qualcosa di moderno o che con un dettaglio vintage mi racconto e racconto le storie che preferisco.
Se invece siete solo curiosi, allora partite dagli accessori, consiglio banale, ma che potrebbe dare i presupposti per una storia d’amore: quella tra voi e il vintage. Occhiali o una borsa, orecchini, un foulard. Per osare un pochino di più direi una camicia, facile da reinventare e facile da trovare per tutti i gusti.
Vi sembreranno un inutile divagare queste mie parole d’entusiasmo, ma vi assicuro che non è così. E, anzi, vi sfido a visitare questo mercato del vintage e a non desiderare almeno metà delle cose esposte.
Dopo qualche ora in quello che è per me un paradiso, nella già eccezionale location che è lo showroom Riccardo Grassi, mi ritrovo con tantissimo materiale da mostrarvi, storie da raccontarvi, nomi da segnalarvi, angoli da farvi scoprire dopo che io, per prima, oggi, ne sono rimasta incantata.
Prometto che lo farò un po’ alla volta, per non svelarvi troppo, per incuriosirvi. La Milano Vintage Week continua sabato 8, e domenica 9 novembre.
Per ora, ecco alcuni assaggi e sbirciatine.
Dettagli dalla mostra Yves Saint Laurent: fabbricante di felicità in collaborazione con A.n.g.e.l.o.
Aura Nobolo e i suoi consigli per la tavola delle feste: avvolta da nastro come fosse un regalo, con oggetti dal gusto classico ma sdrammatizzati, accompagnati da peperoncino porta-fortuna e segna posti con palline “riciclate”. Calda e retrò.
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Ciccio Rigoli e le letture del suo libro ” Ponderatissime parole a manetta”, memorie degli anni 90, personali ma in cui ognuno può rivedersi: dal sogno americano che è il principe di Bel Air alle canzoni-tormentone del Festival Bar. Che a me non piacciono le etichette… né un cabarettista, né un giovane scrittore, semplicemente un intelligente ed ironico personaggio da conoscere.
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