Voglio vivere così: in campagna con un abito Daniela Gregis
E se ce ne fregassimo della moda? Daniela Gregis un po’ lo fa, ed insieme alla sua collezione porta in passerella un concetto più che una tendenza. Surreale come sempre, diversa, con una sfilata che è quasi un rito spirituale ci ha trasportati nel suo stato di relax e armonia a contatto con la natura, a contatto con l’essere semplici.
E’ una campagna sofisticata, dove vivono degli artisti che sporcano gli abiti di pennellate con i loro colori. Una campagna dove con la tovaglia scozzese si crea un completo gonna e cappottino primaverile che puoi mettere per andare ovunque. Una natura che ispira non solo per la semplicità di materiali e forme ma anche per la naturalezza con cui si portano, si indossano.
Per lo scozzese ho un debole, da sempre (lo avete visto anche qui). Qui, in tutte le sfumature del blu, su cotoni e lini, sorprendente in un magenta, su gonnelloni, abbinato a crema e beije, a stoffe maltrattate, mi sembra utilizzato in modo magistrale.
In passerella, a interpretare la linea e a giocare con le scenografie c’è anche la modella Benedetta Barzini, che non ve lo dico quanti anni ha. Vi faccio solo notare lo sguardo luminoso e la freschezza che ha in più rispetto a qualsiasi altra modella di vent’anni.
A corredare il tutto cappelli di paglia di quelli che almeno uno devo averlo, racchette per le mosche usate come collane; ai piedi zoccoli e ballerine super flat, borse di paglia; un make up che regala punti di colore.
E’ stata, questa di Daniela Gregis, di sicuro la sfilata meno convenzionale a cui ho assistito. Dal luogo (l’oratorio di Sant’Ambrogio, bruttino eh?), alle musiche, dalla durata al modo di sfilare delle modelle, fino, alla fine, alle sarte che, tutte con grembiule rosa, sfilano dopo le modelle a prendere gli applausi del pubblico. Può capitare che di fronte a un contesto un po’ fuori dagli schemi, ci si aspetti che anche gli abiti lo siano. Sono stata vittima di questo tranello e solo a casa, riguardando le foto, mi sono resa conto di quanto la linea sia invece pulita e semplice, forte negli elementi come i colori e le stoffe, e quindi assolutamente bella e di mio gusto.
Per indossare questi abiti ci vuole uno stato mentale, quello che troppo poco spesso abbiamo, quello rilassato e “country”. Io per indossare queste gonne campagnole, questi completi morbidi, questi abiti in lino, questo cotone finto jeans come quando ero bambina, questa maglieria che veste così bene, dai colori splendidi… lo cercherei più spesso questo stato mentale.