Vintage per me è un vestito con i jeans
Non ho mai voluto chiedere aiuto a nessuno, per nulla. Quando mi viene offerto risulto di sicuro antipatica perché il mio no è secco e mentre cerco un modo gentile per rifiutare, ho già fatto una faccia stranissima.
Non è arroganza, né convinzione di saper fare tutto. È piuttosto paura di non riuscire poi a fare a meno di quell’aiuto. Se faccio da sola dall’inizio, porterò a termine da sola e imparerò a modo mio.
Forse è per questo che scrivo mantenendo la penna in modo strano, sarà per questo che faccio il caffè con una tecnica personale, che stiro non vi dico come. Che attacco i bottoni da autodidatta, che cammino pure con i piedi a papera, nonostante i tentativi di correggermi.
Però è anche per questo che so farmi la piega ai capelli perfettamente, che so ricercare e prenotare qualsiasi tipo di cosa nel mondo, che a 18 anni ho montato decine di video per i compleanni che hanno sorpreso tutti.
Sono molto fiera del fatto che è proprio per le cose “tutte mie” che vengo apprezzata, per quelle che mi sono inventata da sola.
Negli ultimi tempi però, facendomi venire un grandissimo bruciore allo stomaco, ho dovuto tradire un po’ me stessa e accettare certi aiuti. Addirittura chiederli.
Ho scoperto che, nonostante io possa trovare sempre un mio modo per fare le cose, nel gesto di chi mi vuole aiutare, non c’è solo un indispensabile supporto, ma infinito affetto. C’è tutto un mondo di modi in cui le persone possono dimostrarmi che mi vogliono bene e io, che solo adesso li ho scoperti, me ne meraviglio e mi commuovo come una bambina.
Avrei dovuto capirlo prima proprio io, che faccio il possibile per aiutare le persone a cui tengo, per spiegare loro quello che so, per facilitargli un lavoro o un compito. E lo faccio perché è bello vederli arrivare ai traguardi, vedere che hanno ottenuto ciò che volevano, dalla più piccola alla più grande delle occasioni, vederli semplicemente felici. Bello sapere che un po’ è merito mio.
Questo discorso l’ho sempre fatto pensando al dare, mai al ricevere. Sono complicata: posso essere sdolcinattissima quanto la persona più chiusa del mondo. Amo dimostrare l’affetto, ma appunto, amo farlo a modo mio.
Ora che ho permesso a me stessa di mettermi dall’altra parte e di ricevere qualche pillola di aiuto-affetto, ne sono felicissima. Continuerò in ogni caso a fare tantissime cose in un modo tutto mio.
Cosa c’entra tutto ciò con questo outfit? Forse nulla o forse tutto. Forse per la prima volta in vita mia ho chiesto aiuto per mettere un foulard in testa, forse è un momento in cui sono molto riflessiva. O forse è l’ennesima cosa che faccio a modo mio: indossare un abito con i jeans.