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L’omofobia vista da una tredicenne speciale

omofobiaSe mi leggete lo sapete, il mio blog può essere non convenzionale e spesso condivido con voi qualsiasi tema mi stia a cuore. Il tema è bollente, le Unioni Civili, è appunto “di attualità”, come la traccia del compito di terza media che mia sorella di 13 anni, Valeria, ha dovuto svolgere questa settimana. In realtà la traccia era libera ed è stata lei a scegliere questo argomento. Lei che nel suo piccolo si fa paladina dell’uguaglianza e dell’amore, che è sempre estrema nei suoi pensieri e nei suoi atteggiamenti ma che, come questo tema dimostra, inizia a non vedere più solo in bianco e nero. Nel mondo ci sono tante sfumature e questo è il modo in cui lei le legge. Ci tenevo tantissimo a condividerlo con voi. 

Finalmente, quest’11 maggio le Unioni civili sono state approvate, anche qui, in Italia questo paese che è sempre un passo indietro, finalmente l‘amore ha trionfato… a questa notizia i miei occhi si sono appannati di lacrime, lacrime di gioia, perché è un grande passo avanti. Ma ho dovuto smorzare il mio entusiasmo dopo aver saputo che questa è una legge monca, perché non è stata accettata la stepchild adoption, quindi le famiglie “arcobaleno” non sono davvero riconosciute come quelle formate da madre e padre, come le famiglie che la società è abituata a vedere.

E perché poi? Molti vanno contro i matrimoni gay, molti vanno contro al permettere loro di avere figli, di avere una famiglia, e molti di loro utilizzano come scusa frasi del tipo “Ma un bambino ha bisogno di un padre e una madre, una figura materne e una paterna” ma in quale epoca vivono? Quante famiglie sono formate da un solo genitore e il figlio ? Se questo matrimonio è poi tanto sacro allora perché non abolire il divorzio? Così una famiglia resta compatta, con entrambe le figure genitoriali, nessuna assente. Ma evidentemente alcuni etero possono non essere capaci di avere una famiglia, proprio come un omosessuale o una lesbica può non esserne capace, non dipende dall’orientamento sessuale, ma dalla persona.

E diciamolo: non possiamo definire tutti i gay effeminati, tutte le lesbiche maschiacci, e tutti gli etero “normali”. Che poi normale che vuol dire ? Siamo noi a doverlo definire. Altre persone utilizzano come scusa, a quella che è soltanto la loro disgustosa omofobia: “Ma poi a scuola al bambino lo prendono in giro, cresce con i problemi”.Ma davvero? Il problema è della società, non di chi ha permesso loro di avere una famiglia, il problema è della società che è sempre indietro, proprio come lo era il governo fino a poco fa. Il bambino non cresce e con “i problemi”, il bambino cresce con due persone che lo amano, al bambino non importerà se sono due donne o due uomini, il bambino vedrà solo quanto si amano, e per lui questa sarà normalità, questa sarà la sua normalità.

La cosa buffa è che già nel 1957 la Corte di Cassazione, si espresse sul fatto di riconoscere questo tipo di famiglie, solo trent’anni fa quest’argomento è stato preso seriamente, e solo l’anno scorso se n’è cominciato a parlare. Ma il governo ancora non ha accettato completamente la cosa, infatti qualche giorno fa, fuori al Gay Center di Roma è stato trovato su cartello con su scritto: “Unioni civili. La perversione non sarà mai legge.” Cartello che è stato affisso da quelli del Partito di Destra, dalla Forza Nuova.

Perversione. Quello che non capisce la gente è che no si tratta di perversione, amare una persona dello stesso sesso, è soltanto amore, non perversione, perché l’amore non fa differenze di sesso, razza o età, l’amore è amore “e se ci sono persone che non riescono a capirlo, allora forse non hanno mai amato veramente”. E non sono parole mie, ma di un prete, che è al servizio di Dio, quel Dio che molti dicono non accetti i gay, quel Dio che dicono non preveda questo tipo di amore nella sua Bibbia, ma lo stesso Dio che dicono abbia creato tutti, e se ha creato tutti, vuol dire che ha creato anche questi “esseri contro natura” che i “credenti” si ostinano ad odiare.

Sono orgogliosa (per quanto questo possa essere un piccolo, e quasi nullo passo) di questa legge, certo ancora non vengono riconosciuti tutti i diritti a queste famiglie, ma almeno il governo gli sta andando incontro, dopo gay parade, proteste e dibattiti, ora il governo gli sta andando incontro, sta allargando i suoi orizzonti, lentamente e non del tutto, ma li sta allargando.

Sono felice,quasi commossa, sapendo che tra una trentina d’anni i miei figli leggeranno di questa cosa sui libri di storia e resteranno sorpresi dal fatto che prima i gay non si potessero sposare proprio come io sono sorpresa oggi del fatto che fino a poco fa le donne non potessero votare. Perché per loro sarà normalità vedere due persone dello stesso sesso che si baciano davanti alla chiesa, per loro non sarà nulla di osceno, perché la società sarà cambiata o, se la società sarà sempre la stessa, io insegnerò ai miei figli a vedere la normalità in ogni tipo di amore, spiegherò loro che possono amare chi vogliono, senza dover avere paure di essere giudicati, saranno maturi, già da bambini, per loro niente sarà “anormale”, loro non giudicheranno due persone che si amano, perché sarò io ad averli cresciuti così, proprio come mia mamma ha cresciuto me.

E se ognuno avesse cresciuto così i suoi figli, probabilmente ora ci sarebbe più traccia di omofobia. Ma prima o poi si parlerà dell’omofobia come oggi si parla delle leggi razziali contro gli ebrei, e non importa quanto tempo dovrà passare, anche la persona più omofoba si arrenderà al fatto che l’amore ha vinto.

Valeria Autorino – classe 2002

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