Non ci sono più gli invitati di una volta
Si scrivono davvero troppi post, troppi articoli e articoletti, troppe regole e presunte tali su come si dovrebbe andare vestiti ad un matrimonio e nonostante io sia una fan di decaloghi e top10, in questo post non vi scriverò nulla di simile.
Non lo farò perché voglio sperare che lo sappiate già che in jeans mai e in Converse solo sotto i 14 anni per sdrammatizzare un abito. Lo so che lo sapete che in chiesa ci si copra, che di bianco solo la sposa a meno che non sia il dresscode richiesto, che di giorno niente brillantini, né oro e né argento.
Non devo dirvi io che la borsa e le scarpe en pendant anche basta… che o la collana importante o gli orecchini importanti, che il cappello di paglia solo se il mood del matrimonio è adatto, che se ci si sposa sulla sabbia niente tacchi a spillo.
Insomma al massimo vi dico che se avete buon gusto potete anche infrangere tutte le regole e andare come vi pare. Perché, se si ha buon gusto, quello che si nota o, almeno, si dovrebbe notare di un invitato non è l’abito, ma altro.
Si dovrebbero notare le buone maniere, queste sconosciute, queste dimenticate. O meglio ancora, non si dovrebbe notare proprio niente perché un buon invitato si mischia ai festeggiamenti senza eccedere e senza emergere troppo.
Si fanno gli auguri anche ai genitori degli sposi, non ci si lamenta per il posto assegnato, si cerca di colloquiare con il vicino di tavolo, non si va mai via senza salutare gli sposi e si resta fino alla torta. Non ci si fionda sul buffet come delle affamate, non si passa la giornata con il cellulare in mano, non si cambiano le scarpe (se proprio non sopportate i tacchi, mettete direttamente delle scarpe basse… molto più bella una ballerina scelta appositamente, che lo spettacolo di vedervele cambiare sotto il tavolo).
Insomma a un matrimonio cerchiamo di rispettare tutte quelle regoline di buon gusto non applichiamo mai nella vita quotidiana. Magari ci piacerà e ce lo ricorderemo il weekend successivo al buffet dell’aperitivo.
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