Come un pittore
“Io sono l’artista che vuole, in un momento di follia, che il suo essere coincida con il suo fare” una frase che durante l’adolescenza ho scritto ovunque: sul diario, sui banchi. La “citazione preferita” quando ti veniva richiesta. Solo adesso, cercandola su Google, mi sono resa conto che non esiste, non la ritrovo, almeno così scritta, da nessuna parte; non ha un autore. Due opzioni: me la sono inventata io e per anni ho pensato che fosse di qualche scrittore importante oppure in realtà è completamente diversa da come l’ho scritta e come l’ho impressa nella mia mente per una vita intera.
Continua ad affascinarmi comunque, anche se sbagliata o inesistente. Ed immagino un pittore che una mattina si sveglia e riesce a dipingere proprio i pensieri che ha in testa da sempre, riesce a mettere davvero la sua anima su una tela.
Io cerco di fare qualcosa del genere in questo piccolo spazio che è il mio blog, in quella quotidiana manifestazione di me che è il mio modo di vestire. Sono davvero convinta che l’abbigliamento ci aiuti ad esprimere noi stessi e la cosa bella è che è un qualcosa di assolutamente naturale e semplice: mi alzo, mi vesto, cammino per strada e parlo un po’ di me.
Io, me ne rendo conto, vesto davvero in mille modi diversi: mixo stili, epoche, odio i jeans e poi li indosso, un giorno bon ton, il giorno dopo sportiva. Il motivo è che una personalità non si può esprimere sempre allo stesso modo. O, peggio ancora, una personalità non può non esprimersi affatto. Trovo sconcertante quando ciò accade e accade spessissimo. Credo che troppe persone siano convinte che vestirsi ogni giorno sia solo un modo per coprirsi dal freddo e non andare in giro nudi.
In ogni caso io provo ad allenare l’occhio e a cogliere le personalità della gente anche negli abiti che non li rispecchiano. Se una persona è in tailleur grigio io provo a capire se quel tailleur grigio la rappresenta davvero o se sotto c’è qualcos’altro. Credo che ognuno dovrebbe lasciar trapelare se stesso anche negli abiti che non sente propri o comunque cercare di adattarli a sè.
Il mio grande problema è che sono davvero poche le cose che non mi piacciono: amo indossare un po’ di tutto, naturalmente ho i miei capi must e con cui mi sento particolarmente a mio agio, quelli del cuore e quelli che non metterei mai perché non mi donano. Ma il senso e quello che voglio trasmettere è che posso, e possiamo, mettere il nostro stile in qualsiasi altro stile.
Questo mio outfit, indossato il terzo giorno di Milano Fashion Week, è un classico esempio di “ma si, oggi cambio”. Il jeans che se è vintage lo amo, il gilet lungo giallissimo e una coppola che mi hanno fatto subito pensare ad un pittore (da cui è partito il divagare di questo post).
La coppola è speciale: è un’edizione limitatissima per i 110 anni di Doria1905. La camicia vintage da scolare con le maniche a sbuffo, anzi proprio come un grembiule da pittore. La borsa è l’acquisto amore della stagione, le scarpe quelle vecchissime e usatissime che stanno bene ovunque, ma chi se ne frega. Il sorriso quello di una persona che ogni giorno gioca con il proprio guardaroba.
Jeans vintage Levi’s 501; camicia vintage; gilet Zara; scarpe Stradivarius; borsa Zara; cappello Doria 1905; orecchini Mango.