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Commedie retro: la mia top10

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Pop corn o cioccolata calda? Entrambi?

In famiglia, con il fidanzato o in beata solitudine?

Nel pomeriggio o in tardissima serata?

Vedere un film è, per ognuno di noi, un rito.

Alcuni film lo sono più di altri e sono, secondo me, quelli che ci rilassano, che ci rassicurano, perché anche rivederli per la decima volta ha su di noi lo stesso effetto della prima.

Il mio genere-relax è quello delle commedie d’altri tempi, quasi tutte americane anni 50-60, fatte di un umorismo semplice e un po’ pudico, timido. Quelle in cui per pochissimo ci si scandalizzava, per ancor meno si rideva.

Mi fanno sorridere e le trovo più divertenti di  alcune uscite nelle sale negli ultimi anni.

Adoro le storie dei personaggi, mai troppo complesse, ma neppure banali.

Amo gli abiti delle protagoniste, immaginarmi in uno di quegli splendidi completi, a vivere una vita di esilaranti equivoci e lieti fine.

 

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Bringing up Baby! Un zoolongo imbranato che è Cary Grant, una ricca donna che è Katherine Hepburn che è ancora più maldestra, un imprevisto che è un leopardo di nome Baby, una serie di strampalati equivoci. Vi ho convinti?

Vede, Susan: non è che Lei non mi sia simpatica. Perché anzi, in certi momenti di calma sarei anche attratto da Lei. Se ci fossero, dei momenti di calma…

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Indovina chi viene a cena. Una commedia che dal tema non dovrebbe essere tale.

Un’amore interraziale mal visto e osteggiato dovrebbe essere una faccenda seria, non dovrebbe far ridere. Ma qui succede; c’è un padre premuroso che non appare più razzista ma solo tenero, perché la figlia cresce, si sposa e se ne va.

Quattro ore non bastano neanche per fare la lista delle obiezioni che ho, ce ne vorrebbero otto perlomeno!

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Quattro bassotti per un danese. La Walt Disney nella mia vita è ovunque. Di questo film per gli amanti degli animali ho consumato la videocassetta che mi regalò mio nonno quand’ero piccola.

Da guardare insieme a dei bambini, per renderci conto che cani pasticcioni sono sempre e ancora una delle cose più divertenti.

 

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Insieme a Parigi. Audrey è Audrey. I suoi personaggi sono emblematiche delle donne dell’epoca. Ne metto in lista una tra le meno conosciute. Romantica ma paradossale.

 La depravazione può essere molto noiosa per chi non fuma e non beve.

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A piedi nudi nel parco. Perché un amore simile è esilarante e perciò bellissimo. Perché tutte vorremmo essere Corie nel suo micro-appartamento al quarto piano senza ascensore e senza vasca. Perché tutte meritiamo qualcuno con noi che cammini scalzo nel parco con due gradi sotto zero.

A  questo mondo c’è chi guarda e c’è chi fa. E chi guarda sta seduto a guardare gli altri che fanno.

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Cantando sotto la pioggia. Per i musical mi prometto di scrivere una lista a sé, sono talmente tanti i miei preferiti che metterne semplicemente uno tra le commedie sarebbe riduttivo rispetto al peso che hanno nella mia videoteca. Qui scelgo questo, a rappresentanza del genere. Uno dei più classici e famosi, che insegna a sorridere di fronte a magistrali esibizioni di canto o ballo.

Qual è il credo di ogni attore? Lo spettacolo anzi tutto! Con pioggia, neve, sole o vento. lo spettacolo anzi tutto!
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Come sposare un milionario. Marylin, spero non me ne vogliate, non mi è mai piaciuta tantissimo. Se mettiamo lei e Audrey a confronto, archetipi opposti di bellezza e stile, io propenderò sempre per Holly, per Sabrina, per Arianna. Questa commedia con la Monroe però merita, per i vestiti innanzitutto, e sarebbe ingiusto, comunque, lasciar fuori dalla lista una rappresentante del genere come lei.

 

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Il bisbetico domato. Fuori periodo e fuori paese rispetto agli altri della lista,  ma è impossibile, per me, non includere Adriano e il suo bisbetico domato. Non c’è niente da dire, spero lo abbiate visto tutti.

Con le bestie bisogna parlarci , non sono mica uomini.

sposaQui imbroglio un pò, lo ammetto: il vero film retro è quello originale del 1950, ma io so a memoria il remake con Steve Martin, divertente quanto commovente, come lo è questo attore in ogni suo film. Del resto,  se per me gli anni ’90 sono ancora troppo vicini, noto che per mia sorella di dodici anni sono decisamente vintage come le cose che può trovare nel mio armadio acquistate durante le scuole medie.

Devo concludere bissando. Bis di musical e bis di Disney. Altrimenti la top ten non sarebbe completa, non mi rispecchierebbe. Altrimenti non sarei io, che rido come una matta ogni volta alla scena degli spazzacamini e piango quando Mr Banks ripara l’aquilone alla fine del film.

Come supponevo: “Mary Poppins. Praticamente perfetta sotto ogni aspetto.”

 

 

 

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