The Peter Pan Collar Body Wrapper

Perchè vorrei che tutto fosse come in un mercatino delle pulci

Perchè vorrei che tutto fosse come in un mercatino delle pulci

ll Marché di Place du Jeu de Balle, Bruxelles. A posti come questi potrei dedicare un intero blog, un libro, una vita. E in pratica lo faccio. Dedico sempre infinito tempo e pensieri alle cose che si possono trovare in un mercatino delle pulci. E in un posto come questo si può trovare assolutamente di tutto, il problema è che, se si tratta di un vero mercatino delle pulci, nessuno sa quanto vale un oggetto, se non la persona che se lo porterà a casa come il più introvabile dei tesori.

 
Certo: varrà 3 euro il libro della Disney per il venditore che lo ha preso da un fondo di magazzino, si metterà in tasca 5 euro per il vinile che ha trovato in un garage da svuotare, 10 euro, fingendo di fare un buon prezzo, per il servizio da thè anni Ottanta che non sa più nemmeno da dove viene, tanto è il tempo che fa parte della sua collezione.

E, infondo, che sia davvero degli anni Ottanta chi può dirlo? Non lui e certo non io, che mi perdo e mi meraviglio e mi innamoro di tutto questo, nelle scatole, nelle ceste, nelle gabbiette, nel caos… ma alla fine mica ne so così tanto. Prendo una cosa perché mi piace, magari è stata prodotta l’anno scorso o è un gadget kitsch, a qualcuno importa? A me no.

In un mercatino delle pulci non c’è un prezzo giusto e sbagliato, ognuno vende e offre seguendo un po’ il cuore e un po’ il portafogli. Io, però, proprio non riesco a prendere in mano un piatto senza pensare alla giovane sposa che lo aveva messo nella sua lista nozze, o forse era quello di un ristorante a gestione familiare, ora chiuso per sempre, forse gli altri piatti del servizio sono stati lanciati durante una lite tra fidanzati, forse ha contenuto piatti squisiti. Come si fa a dare un prezzo alla storia di questo piatto?

Non è un posto dove si comprano oggetti. Qui si comprano pezzi di vite finiti in un mucchio. Si comprano momenti di epoche che non conosciamo, si comprano parti del guardaroba, del corredo, della casa di altre persone. Si cerca tra i gusti musicali e le letture di altri, si gioca con le bambole e i trenini di qualcuno che non è più un bambino. Sono storie che non ci appartengono, finché non le portiamo a casa e le facciamo ricominciare.

Stiamo lì delle ore e ci sembra tantissimo tempo, ma poi ci impossessiamo di un mobiletto che avrà 50 anni ed è abbandonato da 20: qualche ora per riportarlo in vita fa parte del giusto, giustissimo prezzo.

 

In un posto così si può trovare di tutto, dicevo, ma non aspettatevi di trovare quello che cercate. Sarà qualcosa che non sapevate di volere a chiedervi di venire a casa con voi. Non aspettatevi di trovare solo cose belle: la maggior parte non lo sono, sono rotte, non valgono davvero nulla per nessuno, forse nemmeno per le persone che le possedevano.

Eppure qualcosa di straordinario e di buono vien sempre fuori. Ecco perché tutto dovrebbe essere come in un mercatino delle pulci, dove per ogni nostro sforzo, per ogni nostro minuto e centesimo speso c’è una sorpresa per ripagarci.

 

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