Anni e momenti che avrei voluto vivere: la mia top ten
“Nostalgia di epoche mai vissute” dicono così. E io mi incarno in questo sentimento, questa sensazione di essere nata un po’ nell’epoca sbagliata. Di guardare un film, ascoltare una canzone e pensare “ma perché mi emozionano di più di quelli di oggi?”, “perché fare shopping nell’armadio di mia madre è più divertente che farlo nei negozi?”, “perché la mia canzone preferita è sempre Little Less Conversation e non trovo ancora qualcosa di più entusiasmante?”, “perché la mia festa di laurea era anni ’50 e non mi interessava quasi festeggiare se non in quel modo?”. Perché il mio film preferito è Ritorno al futuro?
Io comunque sono una ragazza moderna. Il mio smartphone è il prolungamento della mia mano, la mia reflex è digitale e la cosa più importante che ho in casa mia è il mio MacBook. Ringrazio il progresso per i treni ad alta velocità, internet, il microonde e i voli low cost.
Ma i miei gusti vanno sempre a qualcosa che ricordi altre epoche, a qualcosa che abbia una storia vissuta quando io ancora non potevo vederla e non potevo viverla.
Aspettando la Milano Vintage Week (07-09 novembre 2014) : la top 10 di oggi è su quegli anni che invidio ai miei genitori o ai miei nonni per gli eventi che rappresentano la risposta a tutte quelle domande. Momenti per cui vorrei avere Doc e la sua Delorean. Un flusso canalizzatore, 88 miglia orarie e via. Rivivere la storia delle cose che amo. Ecco dove e quando mi farei portare.
1955. Inaugurazione di Disneyland in California. C’è qualcosa di più da sogno del mondo Disney negli anni 50? Che connubio perfetto per una sdolcinata nostalgica come me. Ed ovviamente è uno degli eventi tra altri che avrei potuto scegliere per parteciparvi vestita da perfetta fifties girl con gonna a ruota e capelli cotonati.
1958. Per essere una hostess della Pan Am ed inaugurare la rotta New York – Parigi. Incarnare l’indipendenza di una ragazza lavoratrice e che per lavoro viaggia, in quegli anni tutt’altro che cosa comune; indossare una divisa adorabile, con cappellino e borsa coordinata annessi. ( ma perchè il telefilm si è interrotto alla prima stagione? )
1959. Essere bambina in quell’anno per comprare la prima Barbie, quella con un costume a righe bianco e nero, semplice, senza troppe ambizioni e mestieri e accessori. Per giocarci con fantasia e libertà… solo una bambola, ma LA bambola.
1962. Per la prima esposizione Campbell’s Soup di Warhol a New York. Però sopratutto per poterlo incontrare e dirgli che la storia dei quindici minuti di notorietà del suo futuro, nostro presente, è vera. E che le persone fanno di tutto per averli anche se ormai non valgono più nulla, come quella celebrità che tutti vogliono e in qualche modo quasi tutti ottengono, senza forse meritarla.
1963. Anno in cui verosimilmente a Londra facendo shopping nella storica boutique Biba, avrebbe potuto servirmi una commessa oggi a dir poco celeberrima, una quindicenne che avrebbe di lì a poco conquistato il mondo della moda: Anna Wintour senza caschetto biondo ma con la stessa personalità.
1966. Twiggy indossava la prima minigonna di Mary Quant e avrei voluto farlo anche io. Perchè come la stilista affermò “Le vere creatrici della mini sono le ragazze, le stesse che si vedono per la strada.”
1967. Quando potevi incontrare Audrey Hepburn passeggiare per le strade di Roma. Essere semplicemente in un quella città ed in quegli anni in cui lo era anche lei ed avere la possibilità di incontrare un’icona senza pari.
1969. Quando una sfilata lasciava ancora a bocca aperta e la moda poteva ancora sorprendere con eleganza e fine originalità. La sfilata di Missoni alle piscine Solari. Con le modelle su materassini e poltrone in acqua spinte dalla nazionale di nuoto italiana. Esempio di momenti di storia della moda unici. ps.: ce lo ha raccontato Luca Missoni all’Unimi al corso di Storia e Documentazione della Moda, frutto di una speciale collaborazione tra università e un’azienda italiana unica nel suo genere.
1973. Honolulu, Hawaii. Il re unico e solo. Forse Aloha from Hawaii non è il concerto più bello di Elvis, artisticamente parlando. Ma la sua importanza storica è fondamentale essendo il primo concerto trasmesso via satellite in mondovisione. Però io avrei voluto essere tra il pubblico presente, ovvio.
1985. Vederlo appena uscito, al cinema, questo film che è il filo conduttore del post. In un look alla moda di quel decennio. Che oggi sembra adatto solo al Carnevale o alle feste a tema. Ma in quel momento era moda, e meno male che torna sempre, così noi nostalgici stiamo più tranquilli.