“Io leggo perché”. Ma soprattutto “io leggo?”
Io leggo perché voglio scrivere. La primissima risposta che mi viene in mente è questa. Leggo perché vorrei raccontare le mie storie e le miei idee bene come lo fanno i miei scrittori preferiti, quelli che non conosco ma che scopro di amare, quelli di scuola, i giornalisti ed anche i blogger di qualità, tipo Zelda was a Writer, che in questo post prima o poi l’avrei nominata, quindi lo faccio subito, perché lei fa innamorare dei libri, delle fotografie, anche delle carte delle caramelle e dei nuvoloni grigi. Nello specifico però, adesso, parliamo proprio di libri e parliamo di un’iniziativa splendida, che, sono lieta di constatare, ha già fatto il giro del social.
IO LEGGO PERCHE‘ è un progetto per avvicinare i non lettori a questo magico mondo, grazie all’aiuto dei lettori. Una cosa grandissima e semplicissima allo stesso tempo. Ambiziosa ma modesta, buona come il pane. Non vi darò troppe informazioni tecniche, non amo farlo (e potete trovarle ben organizzate e ben scritte sul loro bel sito). Vi spiegherò invece perché, alla conferenza stampa del 9 febbraio, mi sono quasi commossa.
Non ero lì come blogger, ma come simbolo dell’elemento centrale dell’iniziativa. Ero lì come “Messaggero”, insieme ad altri ragazzi della mia università. I Messaggeri sono coloro che diffonderanno l’amore per la lettura, la passione per un libro. Che è un compagno, un insegnante, un fratello. Un libro, se solo ci degniamo di aprirlo, può darci tantissimo, come se fosse una persona. Questi messaggeri affideranno materialmente 240mila libri il 23 aprile, giornata mondiale del libro. I titoli di questa collana speciale sono 24, per i tanti tipi di non lettori (o lettori pigri) a cui affidarli. Mi piace il termine “affidare”, perché il libro è una creatura di cui prendersi cura, che alla fine del viaggio insieme ci avrà dato tutto se stesso, un po’ come fa un cucciolo, che crediamo di possedere…ma in realtà è lui ad instaurare un rapporto con noi.
Essere Messaggeri è una grande responsabilità. La cosa più emozionante secondo me è proprio questa: l’Associazione Italiana Editori, promotrice del tutto, ha lavorato a questo grande progetto, ha messo all’opera cervelli e investito, smobilitato case editrici, autori, la Rai (per la diretta del 23 aprile)… Ma per far funzionare tutto ha voluto fidarsi delle persone, dei lettori e dei loro sentimenti, della loro buona volontà… Senza i Messageri, che siamo noi e senza le persone che vorranno prendere con sé un libro, il progetto intero non avrebbe senso. L’Associazione ha messo nelle mani di tutti noi “Io Leggo Perché”.
Ci è stato dato questo compito enorme e io personalmente mi domando se ne sono all’altezza. Mi domando “ma io leggo?” prima di chiedermi il perché lo faccia… io leggo davvero? In effetti no, non leggo quanto vorrei, non leggo quanto dovrei, non sono di sicuro tra i lettori più attivi. Spesso sono pigra e preferisco un film, convinta che mi riposi gli occhi, che con la lettura si stancano (ma non è affatto così). Tante volte rimando ed ho addirittura, nella mia vita, abbandonato un libro a metà (che è un reato pari all’omicidio secondo un lettore vero). Spesso in libreria guardo il prezzo e poso quel volume che mi aveva incuriosita. Perché costa quanto la bolletta di Internet, da cui potrei scaricarlo. E no, io non lo faccio ma tanti ragazzi sì, perdendo così il contatto materiale con questo oggetto meraviglioso, che non è solo parole ma anche carta, odore, peso…
Ecco, questo flusso di pensieri mi ha acceso una lampadina: in Italia si legge poco, pochissimo a quanto dicono i numeri. Ma di ragazzi nelle librerie io ne vedo tantissimi, poi che escono con un acquisto nel sacchetto sono pochi. Prendono in mano un libro lo girano e pensano “bello, aspetterò che esca il tascabile”, “voglio leggerlo questo classico, vedrò di trovarlo nella libreria dello zio”, “questo lo cerco usato su internet”, “costa quanto la spesa per due settimane, meglio di no”, “devo vedere se un’amica vuole comprarlo a metà”… quello che da un po’ di tempo penso io è “lo prenderò in biblioteca”.
La più stupida delle scoperte è la mia: la biblioteca. Banale, scontata, ignorante (per non averci mai pensato prima), ma io voglio dire anche bella, retrò, emozionante. A Milano ho scoperto il sistema di biblioteche pubbliche (che naturalmente nel mio paesino… vabbè). Consulto il catalogo on line, prenoto a telefono e sono anche gentili, arrivo lì mi consegnano il mio libro e mi sorridono persino. Lo leggo, lo riconsegno in un mese. E’ anche ben tenuto perché magari come me, le persone che lo hanno letto ne hanno avuto il doppio della cura, sapendo che poi toccherà a qualcun altro.
Insomma il messaggio è questo ed è anche un buon proposito, in ritardo, per l’anno nuovo: non trovare mai scuse per non leggere, non pensare che sia troppo tardi, cercare il titolo che ci fa appassionare al punto da non staccare il naso dalle pagine. Raccontare perché leggiamo e diventare dei messaggeri.
Io leggo perché non ho scuse.
Io leggo perché non è mai troppo tardi.
Io leggo perché ci sono troppe storie che non conosco.
Io leggo perché, lo sapete, alle ispirazione non so resistere.